Pasque libertine Alle pedofilie infantili ecclesiastiche ci si sottrasse comunque, un’ottantina d’anni fa. Si ricordano forse ancora i preti più baldanzosi, con nomi (di fantasia) che diventavano tiritere per mettere in guardia i più piccoli: Don Pedoni, che è uno dei buoni, Don Ferrari, che è uno dei cari… Uno professore di latino nelle scuole, l’altro con la porta della chiesa proprio davanti a un’impresa di tinteggiature diretta dall’ultimo sindaco socialista di Voghera prima del fascismo. Alberto Arbasino 24 APR 2011
Grande party italiano “Lo sapeva Pierrà… Lo sapeva Uguccione… Ma non ci sono più…” sospirava afflitto Gianni Agnelli, ricordandomi i cugini Bourbon del Monte cui avrei potuto chiedere in altri tempi il perché di quel ‘Bourbon’ in terre aretine e umbre, quando i Borboni non regnavano ancora. Già ai tempi del cardinal del Monte protettore di Caravaggio. Ma apparentemente non se lo era mai domandato neanche lui”. Alberto Arbasino 01 AGO 2010
Scene e pitture (Füssli e altri) Ahi, che dispiacere, non aver potuto partecipare alla magnifica mostra “De la Scène au Tableau”, riunita da Guy Cogeval al Musée Cantini di Marsiglia, ora al Mart di Rovereto, e in seguito a Toronto. Mancanza di tempo serio, naturalmente. Ma soprattutto, limitazioni temporali che escludono ogni esperienza teatrale e visuale diretta, da raccontare. Alberto Arbasino 22 MAG 2010
Kiki, and friends Caro Giuseppe, lei è indietro di un marito”, disse la bellissima Kiki (già moglie e poi vedova del barone Parisi, quindi consorte del conte Guido Brandolini d’Adda) al vecchio Cipriani che la salutava “Benvenuta, baronessa” nella sua nuova piscina veneziana. Brando, fratello di Guido, era marito di Cristiana Agnelli, sorella di Gianni. Che voleva molto bene a Kiki, veniva ai suoi pranzi, e la chiamava Kikkù, mentre lei lo salutava come Gianulasc: storie da dopoguerra. Graziella Brandolini, cognata e grande amica di Kiki, già vedova Arrivabene, sposò invece “Falello” de Banfield, fior di musicista decadente e sfortunato amministratore di molte società triestine. Alberto Arbasino 24 APR 2010
Parsifal e pedofili Alla Staatsoper viennese è di prammatica ogni anno, il Giovedì Santo, una rappresentazione – generalmente gigantesca e minimalista insieme – del Parsifal wagneriano. Con quell’“Incantesimo del Venerdì Santo” che risulta spesso una magia misteriosa e mostruosa per i suoi garbugli fra l’Inestricabile e l’Inconfessabile. Tanto più stavolta, ora, nel 2010. Nella Cupola del Graal cantano wagnerianamente soavi fanciulli inspiegabili: donde vengono? chi li ha dati a quei cavalieri cristiani? Alberto Arbasino 14 APR 2010